Distinzione tra affondi avanti ed affondi dietro
Distinzione tra affondi avanti
ed affondi dietro
A cosa servono gli
affondi? Innanzitutto gli affondi migliorano il proprio livello di
forza fisica generale e innalzano il livello personale di elasticità.
L'affondo, inoltre, attira su di sé un grande dispendio calorico e va a
potenziare, con la pazienza e le ripetizioni settimanali, coordinazione ed
equilibrio.
Detto ciò oggi ci
soffermeremo solo su due delle innumerevoli varianti di affondi, ossia affondo
frontale e posteriore. Fare l’uno o l’altro non è la stessa cosa, tra i
due esercizi ci sono notevoli differenze in termini di efficacia e
controindicazioni e anche i benefici possono essere diversi tra loro.
Gli affondi (lunges in inglese) sono un tipo di allenamento
cosiddetto unilaterale, e questo è un aspetto molto importante da tenere
sempre in considerazione. Gli esseri umani non sono infatti perfettamente
simmetrici, e anzi hanno un arto dominante che involontariamente e
inevitabilmente viene usato di più dell’altro: vale per le operazioni manuali e
vale anche per le gambe. Di conseguenza risalendo tramite il bacino, gli
squilibri nelle gambe portano a scompensi a livello del tronco, in
particolare per quanto riguarda la colonna
vertebrale e l’equilibrio
del bacino.
Tra i benefici dei lunges c’è il fatto di limare e limitare
le differenze sia a livello di forza e dimensione dei muscoli delle gambe, che
di equilibrio dei muscoli stabilizzatori del bacino. Gli esercizi
unilaterali permettono dunque di colmare questo divario di sviluppo e prevenire
infortuni indesiderati. Inoltre il lavoro unilaterale aumenta l’intervento da
parte dei muscoli stabilizzatori nel bacino. Gli affondi sono dunque un ottimo
esercizio che dovrebbe far parte di ogni programma di allenamento.
In primis parliamo dell’affondo in avanti, la sua
esecuzione si distingue dall’affondo dietro in quanto parte con un passo in avanti dove si può decidere se
tornare nuovamente in posizione eretta (figura 1) o semplicemente distendere le
ginocchia portando in alto il bacino ma mantenendosi con il passo in avanti
(figura 2)
Andando nello specifico il muscolo più coinvolto durante i tradizionali
affondi frontali è il quadricipite femorale (specialmente il vasto
laterale e il vasto mediale) subito dopo, è interessante notare una
buona attivazione del gluteo (sia gluteus maximus che gluteus medius).
Negli affondi indietro, chiamati anche contro affondi, il passo va effettuato all'indietro.
In questo modo si allenano maggiormente i muscoli posteriori dei glutei,
femorali, soleo e gastrocnemio. Questo tipo di affondi si esegue sollevando
leggermente un piede da terra e portandolo leggermente indietro mentre
si abbassa il bacino flettendo le ginocchia fino a che la gamba rimasta avanti
non ha la coscia parallela al terreno. (figura 3)
Cosa essenziale da considerare prima di tutto è che la distinzione di base tra un esercizio e l’altro è la ricerca di nuovi stimoli per il corpo così da riuscire a creare sempre una certa condizione di stress muscolare. In fin dei conti siamo animali, il nostro corpo si attiva solo in situazione di pericolo, anche se ce ne siamo dimenticati.
Confronto:
Gli affondi avanti prevedono un inevitabile sbilanciamento in
avanti, dato dal peso del corpo e dall’inclinazione del busto, con
conseguente inclinazione del bacino, allungando i muscoli della catena
posteriore. Inoltre dovendo “frenare” lo sbilanciamento in avanti lavoreranno
di più i muscoli posteriori della coscia, con il rischio di
sovraccarico sul ginocchio che non dovrebbe mai superare sulla
verticale la punta del piede, anche se recenti studi non sono d’accordo, ma di
questo parleremo in altri articoli. Infine se si torna alla posizione
iniziale spingendo sulla gamba in avanti è molto elevato il rischio di
aggiungere stress all’articolazione del ginocchio.
Gli affondi indietro invece permettono di mantenere eretto il busto,
con un reclutamento dei muscoli delle gambe più equilibrato tra anteriore e
posteriore e, andando sostanzialmente indietro, permettono anche di limitare
lo stress sull’articolazione del ginocchio e della gamba che rimane avanti. Anche nella fase di ritorno
il movimento è più controllato e meno squilibrato, con stress ridotto su
ginocchia e bacino. Per questo motivo molti personal trainer preferiscono
suggerire di fare gli affondi indietro, in quanto la rotazione dell’anca mette
il corpo nella condizione ideale con peso sul tallone e
ginocchio sopra la caviglia, evitando stress da sovraccarico a bacino e
ginocchia e permettendo un lavoro più equilibrato da parte di glutei e muscoli
delle gambe. Per questi motivi gli affondi indietro sono anche tra i
migliori esercizi per i glutei oltre
che tra i migliori in assoluto per qualunque attività o sport che richieda forza
ed equilibrio nelle gambe.
Ci tenevo a riportare il più possibile le indicazioni che si esprimono per
la maggiore così da permettere una propria riflessione.
A mio
avviso non credo che esistono esercizi errati, bensì persone che non sanno
eseguirli in modo corretto e perché no anche persone che non possono svolgerli
per diversi problemi, dove in quel caso potrebbero insorgere gravi danni.
Spesso
sento persone che entrano in palestra e mi dicono il “medico mi ha
assolutamente vietato di fare squat”. Come si fa a vivere senza squat? Come ti
siedi nel water o sulle sedie? Ti butti? Dove sta l’errore secondo voi? Per
evitare di essere polemici, si è vero, ci sono situazioni dove è meglio
evitarli per periodo o in caso di traumi, ma i soggetti a cui mi riferisco,
sono soggetti che spesso vedi saltare, fare la leg press, la leg extension e
tant’altro. Ma ciò è dato a causa di quei soggetti, che loro conoscono, che per
distrazione, per sfortuna o perché non, per strafare si sono fatti male con quegli
esercizi che per noi dovrebbero essere naturali.
Quello
che c’è da spiegare è che ci sono casi in cui è meglio e casi in cui no, come
ci sono circostanze in cui sono essenziali ed altri in cui sono facilmente
sostituibili da esercizi che permettono stimoli simili perché è importante
tener presente che nessun esercizio dà gli stessi stimoli.
Quindi si
può affermare come molti esperti sostengono che in
generale se si eseguono gli affondi in avanti con sovraccarico moderato o corpo
libero è meglio eseguire quelli in camminata rispetto a quelli stazionari.
Questa affermazione si basa sul fatto che se si esegue in affondo in avanti e
poi si torna nella posizione iniziale non si ha un pieno controllo del
movimento ed inoltre lo stress sul ginocchio dell’arto fermo è elevato.
Se si esegue un passo in avanti per tornare indietro, è necessario
spingersi indietro con la gamba che si è spostata. Questo movimento non è molto
stabile e dunque non è buona idea sovraccaricare con peso aggiuntivo.
Inoltre in questa fase di transizione il lavoro dei muscoli è pressoché
nullo in quanto si sfrutta solo il lavoro di spinta iniziale anche se ciò non
toglie il coinvolgimento degli stabilizzatori nel creare forza esplosiva.
L’unico lavoro è da parte della gamba rimasta fissa al terreno che deve
spingere in avanti per portare il corpo indietro. Questa spinta viene fatta
però mentre solo la parte anteriore del piede tocca per terra (quindi scarica
il peso) ed il ginocchio si trova decisamente in una posizione rischiosa.
Se di desidera invece andare ad inserire carichi un po’ più importanti
quindi con la necessità di un supporto (rack) è preferibile non fare il passo
indietro così da coinvolgere al massimo i muscoli interessati. Questo lo
consiglio esclusivamente a soggetti avanzati che hanno un buon controllo e
rinforzo a livello del ginocchio così da evitare di scaricare eccessivamente
sul ginocchio.
Anche se il ginocchio viene sempre coinvolto, ma ditemi voi come vi allacciate
le scarpe? nella maggior parte dei casi che fate un passo indietro? Credo che l’80%
delle persone si allena per far sì che la vita fuori diventi più facile, vi
assicuro l’unico modo perché ciò succeda è che noi diventiamo più forti, quindi
anche il tuo ginocchio e chi è incaricato di proteggerlo.
Per questo motivo, prima di pensare alla forza o alla potenza, è bene imparare
la corretta esecuzione senza sovraccarichi, meglio se cominciando dagli
affondi indietro per poi eventualmente passare agli affondi avanti, e solo in
un secondo momento inserire un peso, ma solo sullo stesso lato della gamba
d’affondo (se rimane avanti la gamba destra, con la mano destra, e viceversa).
Una volta metabolizzato anche questo primo sovraccarico si potrà aumentare il
carico con due manubri, o una medicine ball, o un bilanciere. Cosa per me
importante rinforzare gli stabilizzatori e non eseguire gli stessi esercizi per
troppo tempo, ,a cercare di aumentare sempre il carico stimolando sempre in
modo diverso così anche da far riposare determinati catene nervose. Perché non
alternare tra un programma e l’altro l’affondo in avanti ed indietro.
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